Protesi dentali con la stampante 3D: un nuovo orizzonte per l’odontoiatria

È essenziale comprendere le differenze tra “stampa 3D”, “fabbricazione additiva” e ” LaserMelting “. “Fabbricazione additiva” è il termine tecnico completo per il termine “stampa 3D”, utilizzato in modo più colloquiale. È paragonabile al termine colloquiale “plastica”, che viene generalmente indicato come “polimero” negli ambienti specializzati.

E come si inserisce il termine “LaserMelting” in questo quadro? Il LaserMelting o fusione laser selettiva (SLM) è un processo di produzione additiva e allo stesso tempo un processo di stampa 3D in cui i materiali in polvere vengono fusi selettivamente strato per strato da un raggio laser e quindi incollati allo strato sottostante.

È un malinteso comune che il LaserMelting sia utilizzato solo per la stampa 3D di metalli. Sebbene si adoperino principalmente leghe metalliche, con questo metodo si possono lavorare anche altri gruppi di materiali, come la ceramica. Tuttavia, il LaserMelting della ceramica richiede molta energia e sia la precisione che la qualità della superficie non sono ottimali. Per i materiali ceramici e la produzione additiva di componenti di precisione in ceramica, è più adatto il processo LCM.

In laboratorio, per stampa 3D si intende spesso solo la stampa 3D di polimero. Si tratta però di un equivoco, poiché anche il LaserMelting è un processo di stampa 3D. Molti anni fa erano i polimeri il materiale più comunemente lavorato in modo additivo. Solo in seguito sono arrivati altri materiali come i metalli e la ceramica, che sono molto più difficili da stampare in 3D rispetto ai polimeri.

Questo sviluppo storico ha portato a una terminologia obsoleta, simile a quella dell’industria dentale, dove il “CoCr” è sempre indicato come “lega vile”, anche se il titanio, ad esempio, è anch’esso un metallo non prezioso.

Finora, la stampa 3D di polimero in odontoiatria è stata prevalentemente limitata alla produzione di apparecchi, in quanto i materiali non sono approvati per rimanere in modo permanente nel cavo orale dei pazienti. Questo perché i polimeri disponibili per la stampa 3D non hanno le proprietà biocompatibili necessarie per rimanere nel corpo umano. La mancanza di materiali idonei rappresenta un limite significativo alle potenziali applicazioni della stampa 3D di polimeri in odontoiatria e ostacola lo sviluppo di soluzioni durevoli e specifiche per il paziente.

Negli ultimi mesi sono stati compiuti notevoli progressi in questo settore e sono già stati sviluppati materiali stabili per il cavo orale, attualmente in attesa di approvazione. Ottenute le necessarie certificazioni, sarà possibile produrre protesi stampate in 3D che potranno rimanere permanentemente nel cavo orale del paziente.

Su questa base, la nostra azienda partner CADdent sta attualmente lavorando a diversi progetti nel campo della stampa 3D, tra cui la stampa di bite per bruxismo. Nonostante alcune sfide ancora da risolvere, le prospettive per il futuro delle protesi stampate in 3D sono molto promettenti.

Con l’avanzare della tecnologia e il miglioramento dei materiali, saremo in grado di offrire ai pazienti soluzioni personalizzate di alta qualità.

La stampa 3D di restauri dentali è una tecnologia innovativa e preziosa che ha il potenziale per rivoluzionare l’odontoiatria. Attraverso una comprensione più approfondita dei termini e delle tecnologie utilizzate possiamo realizzare il pieno potenziale di questa tecnologia e migliorare in modo sostenibile l’assistenza sanitaria.

MINDFAB è orgogliosa di far parte di questo sviluppo innovativo e continuerà a lavorare allo sviluppo di soluzioni innovative nel campo della stampa 3D di restauri dentali.